Organizzare la realtà…
Tra i due e i tre anni i bambini cominciano a dare un ordine alla realtà che li circonda e, allo stesso tempo, a darsi delle regole comportamentali. Cominciano a classificare le loro esperienze cognitive distinguendo figure geometriche semplici oppure classificando gli oggetti in base a categorie precise.
Sanno cosa sono gli animali, le piante, le conchiglie … insomma, piccoli umani crescono e proprio come è successo a tutti noi, iniziano a conoscere inquadrando il mondo in una cornice di senso.
Sempre in questo periodo si allenano ad intrattenere rapporti sociali con gli altri bambini e con gli adulti che fanno parte del loro entourage. Magari alzano la voce, fanno domande, parlano e formulano discorsi sempre più articolati e complessi … tutto questo perché il loro pensiero astratto sta via via prendendo forma, è il miracolo della vita che prende consapevolezza e coscienza di sé.
E mamma e papà cosa devono fare e che ruolo hanno in tutto questo?
Principalmente esserci e soprattutto, attraverso il gioco, interagire il più possibile con i loro bambini per aiutarli a scoprire il mondo e ad ordinare e catalogare la conoscenza non solo degli oggetti ma soprattutto delle loro emozioni.
La paura, la rabbia, la gelosia vanno spiegate perché solo così possono essere riconosciute e metabolizzate. Solo attraverso lo speciale legame empatico con mamma e papà il bambino prende confidenza col proprio sentire ed impara a riconoscere le sue emozioni.
In questa età i giochi sono fantastici, discorsivi, pieni di immaginazione che “fa finta che…” e crea un legame speciale e parallelo con la realtà aiutando a superare le paure, a spiegare forti emozioni, il rapporto col cibo, il rapporto col fratellino appena arrivato …
Qualche consiglio per i genitori?
Cercare sempre sempre sempre di leggere un libro insieme e fare in modo che diventi una piacevole routine quotidiana, magari prima della nanna. Così si trasmette l’amore per la parola e si danno gli strumenti necessari per arricchire il linguaggio ed articolare il ragionamento.
Fare giochi che allenino il loro pensiero astratto, come ad esempio riconoscere le quantità, le forme geometriche, riempire sacchetti di sabbia o fagioli per capire concetti come maggiore e minore.
Fare in modo che i bambini abbiano più contatti con loro i coetanei perché in questo modo saranno più stimolati a sperimentare e, giocando, a costruire la propria socialità.
Stimolarlo nella classificazione degli oggetti come ad esempio le posate, le matite colorate, i suoi pupazzi … perché incorniciare e inquadrare le cose è il nostro modo di conoscere.
Accogliere sempre le sue domande e dare sempre risposte quanto più possibile esaustive per aiutarlo a creare un senso e abituarlo al fascino del dialogo e della spiegazione.
Parlare e spiegare sentimenti come la rabbia, la tristezza, la gioia e il dolore dicendogli ad esempio: “ti vedo triste …” e accogliendo l’emozione negativa: “ti capisco anche io sarei triste se avessi litigato col mio amico …” aiutarlo quindi ad attivare un ragionamento per vedere il lato positivo dell’accaduto: “sei triste perché avete bisticciato … che ne pensi di fare un bel dolce così domani a scuola fate merenda insieme?”
Ma soprattutto esserci sempre.